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Buona serata a tutti, ho recentemente recuperato un amplificatore da cinema Prevost mod.231 Sono riuscito a farlo ripartire, ho dovuto sostituire l'intero cablaggio marcio e i soliti elettrolitici seppure non fossero in condizioni pessime. La raddrizzatrice era stata sostituita con un singolo diodo, ho ripristinato il circuito originale con una gz34 nuova che per fortuma avevo da parte. Fatto ciò è ripartito alla grande, mi piacerebbe però trovare il suo schema. In rete non si trova alcuna notizia su questo modello, tra l'altro non sono riuscito nemmeno a farmi un'idea sul periodo di costruzione, alcuni condensatori sembrerebbero datati '67 e anche le resistenze non sono al carbone, eppure l'estetica sembra anni 50.
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Credo che la costruzione risalga verso la fine degli anni 60, i componenti elettronici sono di quegli anni, il 67 potrebbe essere giusto.
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Ciao Alteo, più che altro mi sembrava strana la scelta di usare una raddrizzatrice e in generale uno schema 100% a valvole.
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Un bel bestione! Gli apparati professionali in certi casi hanno mantenuto circuitazioni e componentistica sorpassata a vantaggio dell' affidabilità.
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In quegli anni una raddrizzatrice costava 1/4 del prezzo di due diodi al silicio.
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CITAZIONE (albel51 @ 12/2/2024, 23:29) In quegli anni una raddrizzatrice costava 1/4 del prezzo di due diodi al silicio. Oggi invece le raddrizzatrici costano più dell'oro ormai
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CITAZIONE (elettronialtramonto @ 12/2/2024, 23:19) Un bel bestione! Gli apparati professionali in certi casi hanno mantenuto circuitazioni e componentistica sorpassata a vantaggio dell' affidabilità. Infatti se noti le dimensioni del trasformatore di alimentazione molto generoso appunto per l'affidabilità e la sicurezza di poter funzionare 10-12 ore ininterrotte.
CITAZIONE Oggi invece le raddrizzatrici costano più dell'oro ormai Questo lo dobbiamo agli audiofili, a detta loro gli amplificatori suonano meglio con la raddrizzatrice, cosa smentita da tutte le regole dell'elettronica, ma agli audiofili non lo si mette in testa.
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Un'altra ragione per cui non venivano utilizzati i diodi al silicio è perché non sopportavano tensioni troppo elevate ad esempio il famosissimo (in quei tempi ) BY100 sopportava 250V eff.
Questo il datasheet del 1965. Dopo qualche anno arrivò il BY103, ormai i prezzi erano diminuiti e negli alimentatori dei televisori anche se ancora erano a valvole iniziarono a utilizzare i diodi, poi arrivò la TVC e i diodi al silicio vennero utilizzati in modo massiccio compreso i fast.
Edited by albel51 - 13/2/2024, 02:05
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In effetti l'anodica è davvero alta (490v), in questo caso una raddrizzatrice era sicuramente una scelta a tutto vantaggio dell'affidabilità.
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Marco complimenti! Hai proprio trovato una bella bestia! Posso fare una battutaccia tanto per ridere? Non è che era utilizzato in una chiesa? Visto il nome... Prevost in dialetto significa prevosto... Scusate.. Comunque marco bravo come sempre!
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Comunque si a quanto mi ha raccontato il proprietario, era in un oratorio
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Di Prevost ho trovato questi due:
prevost 503cs
prevost 503
a parte le finali, potrebbero essere simili al tuo.
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Grazie Francesco, più che altro volevo capire se la controreazione vada applicata alla presa del tu a 16 ohm anche nel caso dovessi commutare l'uscita dell'altoparlante su impedenze più basse. (La commutazione avviene spostando una saldatura sul tu)
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Marco la controreazione non ha nulla a che vedere con l'uscita del tu.. Da schema avviene con un avvolgimento secondario del tu (quello in alto a destra) indipendente dalla scelta della impedenza di uscita. Ovviamente se lo schema è corrispondente..
Dai due schemi altre controreazioni non ne vedo..
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Giovanni purtroppo lo schema non è proprio corrispondente. Se non sbaglio ho una resistenza da 10k che parte dall'estremo a 16 ohm del tu (non ricordo l'altro capo della resistenza dove vada, ma mi pare in zona ef86/ecc83) dove ho attualmente collegata l'uscita altoparlante.
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17 replies since 12/2/2024, 22:36 251 views
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