Valvole a riscaldamento diretto...

come collegare correttamente l'alimentazione al filamento e ottenere il riferimento di massa

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    Se ne discute anche qui : Uneven Filament Wear of DC heatedTruth or Myth
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    D'altra parte non possiamo allestire un laboratorio di fisica subatomica per studiare gli effetti del fenomeno, mica siamo al CERN. :XP: L'importante è che la valvola funziona bene nei limiti delle caratteristiche. Se si vuole allungare la vita utile conviene mantenere un certo margine di tolleranza dalle prestazioni massime. Inoltre comunque dopo xxxx ore di funzionamento si esauriscono e bisogna sostituirle. Amen.
     
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    #Stefano# non so che dire, io sono un chimico e sull'elettronica devo fare molti atti di fede. La persona in questione però lavorava presso un fornitore di materiale elettronico. Avevo la pagina salvata nei preferiti fino a un po'di tempo fa, ma come ho detto non sembra più online. Peccato, era tutto ben descritto e penso avresti potuto capire se era una persona competente o meno.

    A me non sembrava uno sprovveduto. Per esempio, nella parte dedicata ai trasformatori di uscita, partendo dalle curve di una EL34, arrivava a calcolare l'impedenza di uscita necessaria per un push-pull, dati che poi trovavano perfetto riscontro nei datasheet. C'era anche lo sviluppo analitico di un'induttanza simulata da 50H (con un mosfet) che saranno state due pagine di conti, seguita da un confronto sperimentale tra un induttore reale da 50H e il circuito descritto (esattamente ciò che chiedi).

    Vorrei casomai capire perché quello schema non ha senso
     
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    In questo siamo d'accordo.
    L'emissione si riduce all'aumentare delle ore di funzionamento.
    Bisognerebbe accendere due valvole nuove, una in ac e una in dc, misurare l'emissione e ripetere la misura dopo 500ore.
    Basterà?

    DamnLarsen
    Perché non ha senso? E' semplicissimo! Il segnale sul catodo è in fase con quello sulla G1 quindi il segnale di disturbo iniettato sulla G1 si può solo sommare al segnale utile
     
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    Probabilmente bisogna quantificare la percentuale degli effetti. Un ronzio al disotto della soglia di rumore termoionico è praticamente nullo. Un usura del filamento leggermente più alta da un lato è praticamente ininfluente. Tutto stà nel riuscire quantificare e poi a massimizzare gli aspetti positivi e minimizzare quelli negativi. Se si vede tutto o biano o nero, anche un bicchiere di acqua pura è radioattiva.
     
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    CITAZIONE (#Stefano# @ 7/9/2023, 13:36) 
    In questo siamo d'accordo.
    L'emissione si riduce all'aumentare delle ore di funzionamento.
    Bisognerebbe accendere due valvole nuove, una in ac e una in dc, misurare l'emissione e ripetere la misura dopo 500ore.
    Basterà?

    DamnLarsen
    Perché non ha senso? E' semplicissimo! Il segnale sul catodo è in fase con quello sulla G1 quindi il segnale di disturbo iniettato sulla G1 si può solo sommare al segnale utile

    Vero, tutto chiaro. A discolpa del signore, può tranquillamente essere che mi sia dimenticato io qualcosa. Forse c'era un invertitore? Perdonatemi ma sto andando a memoria su del materiale letto anni fa. Nel frattempo provo a rintracciare l'articolo altrove
     
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    Il rumore c'è e non è trascurabile. Proprio per questo si alimenta il filamento con un trasformatore a zero centrale. Così facendo nei confronti del segnale la componente ac si annulla essendo i due capi del filamento in controfase. Il potenziometro serve appunto per ottenere il bilanciamento. Un TA a zero centrale pur rasentando la perfezione non presenterà mai identica tensione fra gli estremi e massa.

    Sono un po' combattuto nel fare questa prova. Ho delle 811A nuovissime.
    Mi dispiace sprecare ore della loro breve e preziosa vita per confutare una stupida teoria.
    Ci penso un po'.
     
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    CITAZIONE (#Stefano# @ 7/9/2023, 14:33) 
    Sono un po' combattuto nel fare questa prova. Ho delle 811A nuovissime.
    Mi dispiace sprecare ore della loro breve e preziosa vita per confutare una stupida teoria.
    Ci penso un po'.

    Così mi fai sentire in colpa xD Non hai qualcosa di meno pregiato? Non so, una 2A3 esaurita di qualche amico audiofilo?
     
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    Non ho più amici audiofili :D. Leggevo di questa teoria anche per le valvole a riscaldamento indiretto. Potrei usare valvole tv
     
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    CITAZIONE (#Stefano# @ 7/9/2023, 14:55) 
    Non ho più amici audiofili :D. Leggevo di questa teoria anche per le valvole a riscaldamento indiretto. Potrei usare valvole tv

    In tal caso mi sentirei sicuramente meno a disagio :D
     
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    Ciao a tutti,
    spero di non andare troppo fuori tema.
    Negli anni ho accumulato alcuni finali potenza RF valvolari per onde medie e per UHF TV.
    Non sono finali audio, ma non credo che sia tollerato il ronzio di alternata nemmeno su questi, peró non avevo mai trovato alcun accogimento atto a ridurlo finché non mi sono imbattuto in un finale da 1 kW TV UHF che alimenta il filamento della valvola in continua (circa 30 A a circa 6 V ottenuti con ponte monofase da 100 A e capacitá di filtro di 47.000 uF) e prevede poi il circuito di bilanciamento che potete vedere nel frammento di schema seguente.

    BAL

    In esso R35, R37 ed R46 sono da 4.7 ohm mentre R36 é da 6.8 ohm. Il filo 9 va al bias della valvola (la griglia é a massa e la valvola é a riscaldamento diretto).
    Ecco il trafiletto che il manuale dedica a questa parte del circuito.

    FIL

    Ho cercato sulle diverse edizioni dei data sheet del tubo se si dicesse qualcosa sull'alimentazione del filamento e quel che trovo é che l'alimentazione in ac o dc é considerata indifferente.

    Buon lavoro.
     
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    Con griglia a massa il segnale entra dal catodo, in questo caso il filamento.
    Se T2, PM5 C18 sono l'alimentatore DC del filamento, il filo 9 dove va?

    Facendo 2 conti con 47milliFarad e 30A il ripple è comunque di 3.2v. Serve bilanciare, specialmente in un TX TV dove la modulazione video era in AM

    Edited by #Stefano# - 7/9/2023, 19:44
     
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    QUOTE (#Stefano# @ 7/9/2023, 18:58) 
    Con griglia a massa il segnale entra dal catodo, in questo caso il filamento.
    Se T2, PM5 C18 sono l'alimentatore DC del filamento, il filo 9 dove va?

    Come ho scritto prima va al circuito di bias, in pratica un generatore di tensione positiva rispetto a massa che fissa la classe di lavoro.
    Quel che non capisco é perché complicarsi la vita con la tensione continua ai filamenti: raddrizza, livella e comunque con la necessitá di bilanciamento come hai calcolato. Gli altri finali che ho visto, della stessa classe e con lo stesso tubo, andavano in alternata.

    Buon lavoro!
     
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    Non saprei. Per abbassare il ripple serve almeno quintuplicare quella capacità, ma così l'in rush current sarebbe enorme.
    Ma il bias dove va? Se è un grigia a massa, non mi viene in mente altro modo che iniettarlo sul catodo che è sempre il filamento.
    Il tubo è un triodo o un tetrodo?

    O forse, la griglia è a massa per la RF ma non per la DC
     
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    Ma infatti il bias é iniettato sul catodo/filamento anzi, col circuito di bilanciamento del ripple si sono anche creati una "presa centrale" sul filamento dove iniettare il bias (perdona la rozzezza ma spero di aver reso l'idea). La griglia é a massa sia per la RF che per la DC perció mettendo una tensione positiva sul catodo rendono negativa la griglia e regolando questa tensione possono decidere la classe di lavoro anche se l'escursione della tensione consentita dal circuito non permette altro che la classe A.
    Il tubo é un tetrodo TH327 o TH 347 cambia - di poco - la tensione di filamento ed infatti sul primario del trasformatore relativo erano previste diverse prese.
     
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    Una metallo ceramica francese!
    Non c'erano molte possibilità per applicare il bias, pensavo si fossero inventati qualcosa di diverso.
    Forse hanno lasciato il ripple alto per evitare che con la DC pulita il filamento si danneggiasse :D
    In una metallo ceramica il filamento è ancor più delicato, specialmente all'accensione se si fornisce l'anodica a tubo freddo.
    Il rischio è il distacco degli ossidi dal filamento. Sono appunto gli ossidi i responsabili dell'emissione.
     
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