La sostituzione dei componenti passivi nelle radio d'epoca

Quando e come

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    E’ bene ricordare che la sostituzione degli antichi componenti passivi (condensatori e resistenze) in un telaio di una radio d’epoca, al fine di ripararne il circuito guasto, deve limitarsi ai soli componenti sicuramente ed irrimediabilmente guasti oppure a quelli che presumiamo, per le loro superate caratteristiche costruttive o comunque per la loro notoria scadente qualità (piastrine Lares e condensatori ERO) o a quelli che, essendo percorsi da alta tensione (condensatori di fuga delle griglie schermo, condensatori di accoppiamento tra anodi e griglie controllo, condensatori di filtro tra l’anodo delle finali e la massa, condensatori elettrolitici, condensatori di filtro dell’alimentazione alternata, condensatori di antenna), temiamo che possano guastarsi nell’imminente futuro, provocando gravi danni agli altri componenti d’epoca.
    Al fine di non violentare e di non deturpare l’assemblaggio degli antichi circuiti elettronici della radio d’epoca, alterandone la sua rarità e rischiandone il conseguente deprezzamento, dobbiamo evitare l’indiscriminata sostituzione di quei componenti che:
    1) sono attualmente e sicuramente efficienti;
    2) che rimarranno efficienti quasi sicuramente anche in futuro, per essere di buona qualità e non sono percorsi da alte tensioni che potrebbero guastarli;
    3) che, seppure si guastassero, non causerebbero gravi danni ai componenti con i quali sono parte integrante nel circuito elettronico di cui fanno parte.
    Resta pertanto affidata alla nostra conoscenza dei circuiti radio e alla nostra esperienza sulla loro riparazione la scelta dei componenti da sostituire, ma, una volta decisa questa sostituzione, che fine faremo fare ai vecchi componenti sostituiti?
    - Li rottamiamo?
    - Li conserviamo fuori dalla radio?
    - Li conserviamo dentro la radio esattamente dove erano?
    - Li conserviamo dentro la radio, ma in un’apposita bustina?

    1) Certamente non li rottameremo, perché rappresentano dei reperti storici di un’epoca e del grado raggiunto dalla tecnica di quel tempo nella costruzione di questi componenti. Rottamereste ad esempio una bottiglia di Leyda o una pila di Volta a dischi di rame e zinco alternati di feltrini di panno? Io addirittura non l’ho mai fatto nemmeno oltre sessanta anni fa quando cominciai nelle riparazioni e quando ancora non si potevano definire antichi quei componenti. Ho ancora conservati condensatori e resistenze sostituiti oltre sessanta anni fa e persino una valvola 80 con i filamenti bruciati, che mi sembra sempre più bella ogni volta che mi ricapita tra le mani.
    2) Li conserveremo fuori dalla radio come facevo io un tempo? Ma allora ne ero giustificato perché il componente nuovo era esattamente uguale a quello guasto e comunque questo non era ancora antico.
    3) Dobbiamo invece sicuramente conservarli dentro la radio, trattandosi ormai sicuramente di componenti d’epoca e quindi di reperti storici attinenti ad un circuito la cui progettazione teneva conto delle caratteristiche di funzionamento di quell’antico componente sostituito. Ma in che modo? Nelle radio più antiche, che hanno un telaio piuttosto grande e capace di contenere sia il componente antico, che quello nuovo, molti (a cominciare dal nostro Amministratore Michele) usano nascondere il componente nuovo (più piccolo) sotto quello antico (più grande), dissaldandone il reoforo caldo dal circuito e assicurandolo al componente sottostante con una goccia di silicone, per evitare che possa spostarsi, dopo aver isolato con un tubetto autorestringente il reoforo dissaldato, per evitare contatti nefasti e dubbi ai riparatori successivi. I condensatori elettrolitici a cilindro e vitone vanno lasciati là dove sono avvitati, dopo ovviamente aver dissaldato i reofori dal circuito.
    4) Nelle radio meno antiche e sicuramente con telai più compatti e con pochissimo spazio a disposizione la conservazione di cui al punto 3) sicuramente non sarà possibile e comunque non sarebbe conveniente, in quanto affollerebbe troppo il già pieno assemblaggio dei componenti. In tal caso è preferibile raccogliere tutti i componenti sostituiti in una bustina di plastica, da corredare anche di una fotocopia dello schema elettrico della radio, in cui con tratti rossi verranno evidenziati i componenti sostituiti e conservati nella busta stessa. Naturalmente la busta non va lasciata dentro il telaio già di per sé compatto, ma appesa con una puntina di disegno (se il mobile è in legno) o con una goccia di silicone (se il mobile è di plastica) nella parete interna del mobile della radio, ben distante da fonti di calore.
    5) Alcuni ritengono indispensabile che l'estetica del montaggio debba rimanere inalterata: tutto ciò che è visibile dev'essere o almeno deve sembrare originale. Pertanto, "svuotano" i vecchi componenti senza danneggiarne l'involucro e vi nascondono dentro i ricambi nuovi.
    Ecco qualche suggerimento "operativo"
    Senz'altro occorreranno dei moderni condensatori a "film plastico" per sostituire quelli a carta. Devono essere specificamente adatti per alte tensioni, diciamo 600 V.
    Solo il condensatore di filtro rete, uno di quelli da sostituire anche se l'originale sembrasse sano, deve invece essere isolato ad almeno 1500 V c.c. oppure essere un tipo di sicurezza ("safety capacitor" in inglese) "X2" o "Y2" adatto per 250 V c.a.
    Sono difficili da trovare ma per chiare ragioni estetiche si dovrebbero scegliere solo condensatori cilindrici e con terminali assiali, cioè con la forma degli originali anche se più piccoli: i "parallelepipedi colorati" adatti per circuiti stampati sono infinitamente più comuni ma atroci a vedersi in una vecchia radio e molto difficili da nascondere. Ma se proprio non si trovasse altro... li adotteremmo provvisoriamente, riservandoci di sostituirli un'altra volta dopo averne trovati di più adatti. In fondo, costano poco e non sarebbe un grande spreco.
    Si possono usare dei condensatori ceramici anziché a "film plastico"? Sì, purché siano per alta tensione (600 V c.c.) e di buona qualità, non certo gli Z5U per basse tensioni (spesso nemmeno specificate!) che sono i più facili da trovare.
    Poi, gli elettrolitici: se non danno sicuri risultati alle prove balistiche quasi sicuramente dovranno essere sostituiti senza badare troppo al valore di capacità, potendo essere usati anche di capacità maggiore, ma rispettando sempre la tensione di lavoro di quelli originali.
    Per gli aspetti "estetici" valgono ovviamente gli stessi criteri delineati per i condensatori a carta.
    Qualora poi i componenti sostituiti non fossero quelli originali, ma risalissero a precedenti riparazioni effettuate da altri, è bene precisarlo in apposito pro-memoria da conservare assieme a quei componenti.
    Relativamente alle maledette piastrine LARES ecco cosa ha precisato Lorenzo recentemente. In una radio ben conservata, cioè che non abbia mai "preso umidità, probabilmente le LARES potrebbero essere ancora in buone condizioni: forse qualche componente potrebbe essere aumentato di valore, anche del 30 % o poco più, ma questo non comprometterebbe il funzionamento della radio.
    Il problema più serio di queste piastrine, infatti, non è l'alterazione dei singoli componenti ma la perdita d'isolamento fra di essi, causata dall'umidità che vi penetra.
    Ciò significa che, se anche le misure eseguite con l'ohmmetro sui singoli componenti interni dessero esito lusinghiero, colla piastrina montata la radio potrebbe non funzionare affatto o manifestare i difetti più strani. Pertanto non sostituiamo le piastrine LARES soltanto perché hanno cattiva fama, ma consideriamole la più probabile causa di guasto solo se la radio non funzionasse.

    Infine, ecco alcune immagini sui componenti da sospettare e su come occultare quelli nuovi sotto quelli vecchi.

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    Edited by Pippoexsuper - 24/3/2017, 16:34
     
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  2. Lorenzo R.
     
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    Pippo, non potevi essere più preciso ed esaustivo!
    I miei complimenti.
     
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    Ottimo Pippo!
     
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    Ottimo tutorial. Bravo Pippo.
     
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    Grazie e grazie, ma i complimenti vanno anche a Lorenzo, che dà sempre i migliori suggerimenti.
     
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    Aggiungo qualche foto a questo tutorial, per illustrare il mio metodo preferito per il restauro conservativo delle radio degli anni 30-50.
    Prevede l' uso dell' antirombo per meglio mimetizzare i componenti nuovi e, come già detto, l'occultamento dei nuovi componenti dietro i vecchi.

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    Un solo reoforo del vecchio condensatore è elettricamente collegato al nuovo.
    Lo sterling supporta ed isola il condensatore fuori uso.

    PL100115

    PL100114

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    Secondo la mia opinione è un metodo per non compromettere l' originalità della radio asportando i componenti con cui è stata assemblata in origine e poterla rendere funzionante. Anche il colpo d' occhio sul telaio non ne soffre.

    Edited by elettronialtramonto - 26/12/2018, 13:45
     
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    Eccellente, eccellente.
     
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    Molto interessante,
    invece per i cavetti che spesso sono screpolati e si sbriciolano appena si toccano cosa consigliate di fare?
     
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    Per cercare di mantenere l'originalità ci si dovrebbe munire di filo/cavi con guaina o telati d'epoca magari acquistandoli nelle varie fiere o mercatini, oppure ricavati da qualche apparecchiatura donatrice sempre dello stesso periodo, sicuramente non sarà sempre possibile trovare colore e sezione adatta, in quel caso si opera con qualcosa che non sia una martellata in un occhio, vedi i vari doppini rosso/nero o cavi arcobaleno da feste rionali, nei negozi di materiale elettrico oppure on line ancora vi è un discreta scelta di cavi con colori adeguati e anche di cavi rivestiti in cotone/lana, sicuramente se viene fatto un lavoro di restauro conservativo l'occhio vuole la sua parte.
     
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    Eccellente report,per mantenere al massimo l'originalità dei componenti,a patto che se in caso di vendita della radio,si specifica il modus operandi,per non far impazzire il tecnico che potrebbe rimetterci mano per riparazione futura.Non tutti sono pazienti come noi ,anzi vediamo spesso come operano pur di vendere,o farle funzionare a tutti i costi. Aggiungo,che molti di noi non si mettono certo a vendere i gioielli che abbiamo riparato,se non per cause di forza maggiore.Io stesso qualcuna l'ho venduta,ma sempre per ragioni di spazio, a malincuore,sempre.
     
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9 replies since 14/11/2016, 20:49   3902 views
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