(847) Fender twin reverb II

Problemi alla linea anodica

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    Salve amici,
    sono alle prese con uno splendido amplificatore per chitarra Fender degli anni 80, 105 W- 11 valvole: 5x7025 / 2x 12AT7 e 4x6L6.
    Appartiene ad un amico e lo stiamo riparando insieme. Abbiamo già effettuato diversi interventi: sostituzione di tutti gli elettrolitici, resistenza interrotta, portafusibili rotti, la SPINA SHUKO SIGILLATA apparentemente intatta era interrotta dentro non sul cordone, sostituzione dei C di accoppiamento, ecc.ecc. (foto prima degli interventi).
    Adesso però siamo fermi sulla linea anodica di cui allego il particolare. Precisamente abbiamo le tensioni corrette (ovvero leggermente superiori ma siamo ancora alle prove a vuoto, senza tubi) cerchiate A e B ma su C abbiamo 424v al posto degli attesi 360. Frugo e trovo interrotta la R da 30K 20watt collegata allo stesso nodo e che chiude a massa, la sostituisco ma la tensione su C rimane a 424v. Qualche suggerimento?interno_1partschema1
     
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    Nelle prove a vuoto può essere normale trovare delle tensioni superiori, ma bisognrebbe fare attenzione a non oltrepassare i valori massimi ammessi dai componenti. Poi l'assorbimento anodico si può misurare facilmente ai capi dell' interruttore di stand-by con l'amperometro (ma attenzione perchè l'alta tensione in questo caso scorre anche nel multimetro). Poi vedo che la polarizzazione delle finali è con tensione negativa iniettata sulla griglia delle 6L6 e in questo caso qualsiasi interruzzione del potenziometro di bias potrebbe provvocare delle correnti abbastanza intense e dannose.
     
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    Grazie della risposta ZioEddi. Mi pare di capire che secondo te il mio sarebbe un falso problema in quanto a vuoto le tensioni sono più alte e su questo concordo, come peraltro avevo già scritto anch'io. Mi trovo adesso fuori casa e appena potrò controllerò meglio: mi pare di ricordare che la tensione A sia 474 v. al posto di 465 v. e la tensione B sia circa 470 v. al posto di 460 v. e questo è più che plausibile. La tensione C però ha ben 64v. in più e togliendo i 10 come alle prime due ne restano sempre 54 che non sono pochi. Ovviamente avevo pensato subito ad un abbassamento del valore della 2K7 10W che però è risultata esatta. La 30K 20W interrotta mi spiegava la cosa ma la sua sostituzione non ha risolto. E' vero che prima di entrare sull'anodo delle valvole del preamplificatore ci sono altre resistenze di caduta ma questi 54 in più in partenza mi sembrano troppi considerando che i valori anodici massimi di targa sono intorno ai 300v. e che comunque anche se sopportati potrebbero spostare il punto di lavoro (è giusto?) alterando il suono in uscita. Straparlo?
     
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    Probabilmente sotto carico bisogna considerare anche il risucchio della corrente anodica delle valvole (polarizzazione in classe A) e questo produce una caduta di tensione maggiore sulle resistenze in serie frà i punti B <-- 2.7k --> C <-- 2.2k --> D <-- 10k --> E inoltre anche i filamenti caricano il trasformatore. Dopo aver controllato tutto si potrebbero rimontare le valvole e poi provare l'accensione con il variac e l'amperometro in serie. Se la corrente diventa troppo elevata allora significa che c'è ancora qualche assorbimento da verificare.
     
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    Aldofranco, anche se lo schema fa vedere un solo finale, se ho capito bene, in realtà un unico alimentatore alimenta 2 finali.
    La presa C alimenta l'anodica delle 12AT7 che pilotano le finali 6L6.
    Se consideriamo le 4 correnti anodiche dei triodi delle 12AT7 (10mA circa) a 360V sono un carico di circa 9000Ohm.
    Applicando la legge di Ohm al circuito di filtro dell' alimentatore si ottengono 340V al punto C.
    Quindi, considerando le approssimazione fatte, i conti tornano, è solo che manca il carico.
     
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    Ancora grazie a ZioEddi ed elettronialtramonto: le mie carenze di base da dilettante praticone mi hanno portato a vedere un problema che non esiste. Dato il valore del pezzo in questione mi sono mosso con un eccesso di prudenza. In effetti poi le tensioni riportate sugli schemi si riferiscono al circuito sotto carico e non a vuoto. Il calcolo del nostro moderatore è naturalmente e come sempre impeccabile. Mi ha stimolato ad approfondire e sono andato a riprendere una splendida pubblicazione di Marco Gilardetti liberamente disponibile sul sito "Le Radio di Sophie" - TECNICA - Gli alimentatori a valvole per radioricevitori - divisa in sei parti. Lì è contenuta nel paragrafo 3 della terza parte un'ottima trattazione "Riduzione della tensione erogata:partitore di tensione, resistenza di caduta". Che dire di più? Grazie ancora, appena rientro a casa procederò a montare i tubi, alimentando gradualmente sotto variac. Vi informerò dell'esito.

    Per concludere voglio farvi partecipi di una curiosità: l'apparecchio è dotato di 4 commutatori ottici Vactel Vactrols a 4 piedini, due dei quali sono polarizzati per alimentare il LED interno e due di uscita Cell. Servono per commutare tramite un pedale combinazioni di equalizzazioni diverse. Per alimentarli servivano 6,2 volt ed i californiani della Fender sono andati a ricavarli partendo dai -59volt della negativa di griglia. Per farlo hanno utilizzato resistenze di caduta con un wattaggio risicatissimo, ottenendo che alle lunghe la R da 33ohm 1/2 watt è praticamente esplosa mentre quelle a carbone da 390+390 ohm in serie da 2 W l'una si ritrovavano adesso ridotte a 180 ohm ciascuna. Ovviamente ne sarà derivato che allo scoppio della 33 ohm le finali senza la negativa di griglia si saranno arroventate ed evidentemente la presenza del fusibile ha salvato il TU (non posso avere altri riscontri perchè l'apparecchio è stato acquistato senza tubi). Ora perchè andare a rischiare di mettere in crisi la negativa di griglia quando c'era a disposizione una corrente abbondantissima (il relativo fusibile è da 8 Ampere) e già a 6,3 volt alternati dei filamenti? Bastava raddrizzare, ridurre un pochino ed era pronta senza alcun rischio. Com'è stata possibile un'ingenuità del genere da progettisti navigati e famosi nel mondo? Devo per onestà precisare che tutta questa spiegazione - che spero di aver riportato correttamente - non è farina del mio sacco ma del mio caro amico e mentore, l'eccezionale progettista Ing. Massimiliano "LoBo" Dall'Olio detto anche Maxissimo che, senza alterare il progetto originale per filologia, mi ha però fatto montare resistenze (e diodi, raddrizzatore e zener) di wattaggi industriali per stare tranquilli nei decenni a seguire (non miei ma del proprietario dell'ampli che è un giovane...). Ancora grazie, saluti a tutti ed a presto da_390_a_180Pedale) R_33_ohm_esplosa
     
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    CITAZIONE (aldofranco1954 @ 22/9/2019, 11:54) 
    .......... Com'è stata possibile un'ingenuità del genere da progettisti navigati e famosi nel mondo? ...........

    provo a dire la mia sull'argomento:
    - probabilmente l'alimentazione dei filamenti è fatta mediante una presa intermedia a massa (3,15+3,15V) per annullare il ronzio della alternata e quindi praticamente non utilizzabile per ottenere tensione continua
    - ammesso che il collegamento a massa dei filamenti sia fatto da un capo dei 6,3 V si potrebbe raddrizzare la corrente, per il solo utilizzo dei relè, con un semplice diodo ottenendo praticamente poco più del necessario (tenere conto anche della caduta di una giunzione di 0,7V ca)
    - alimentare in continua i filamenti richiede ben più dei 6,3V in alternata ed un consistente alimentatore stabilizzato con consistente dissipazione di calore.
    Quindi la loro scelta, per avere pochi ma per i relè non mi sembra del tutto peregrina, in termini economici.
     
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    QUOTE (aldofranco1954 @ 22/9/2019, 11:54) 
    Com'è stata possibile un'ingenuità del genere da progettisti navigati e famosi nel mondo?

    Nelle varie ipotesi, forse anche a causa dell' economia industriale, in questo modo risparmiavano un ponte radrizzatore e un elettrolitico. Oppure erano progetti derivati da schemi vintage degli anni 50 quando i raddrizzatori a bassa tensione erano ancora troppo costosi e rari. Un altra modifica che facevano ai tempi era quella di eliminare il bias di griglia ed istallare il gruppo RC di polarizzazione automatica sui catodi delle finali. che non era la sostituzione migliore del mondo però eliminava il problema delle regolazioni. Anche l'utilizzo dei componenti volanti nella produzione attuale (nonostante il costo iperbolico di questi apparecchi) probabilmente rientra nello stile dell' elettronica vintage molto ricercato dai chitarristi elettrici. Youtube about Adjusting Bias
     
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    D'accordo con Pippo.
    Aggiunche che a volte le resistenze risicate si mettono per avere dei punti preferenziali d'interruzione del circuito, come se fossero fusibili.
    Mi piacerebbe capirne di più, ma lo schema è poco leggibile.
    A proposito è effettivamente questo lo schema?
    Vedo solo due 6L6 non 4 come dichiari nel primo messaggio.
     
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    Sullo schema di sopra mi sembra di intavvedere un avvolgimento singolo da 6.3V e l' hum balance con il potenziometrico e centrale a massa. Le 6L6GC forse sono in parallelo infatti sopra c'e' scritto V8,V9 e per l'altra semionda V10,V11 (anche le resistenze di griglia hanno un (2) sotto.) Beh considerando la storia musicale di Fender sicuramente esisteranno varie versioni dello schema a secondo dell'anno di produzione. Altro schema Twin reverb silverface late anni 60 con il vactrol a neon. :wub:

    Edited by ZioEddi - 23/9/2019, 21:11
     
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    Confermo quanto sopra detto: siccome l'avvolgimento è da 6.3V e l' hum balance con il potenziometrico e centrale a massa è come avere con la presa centrale, per cui è praticamente inutilizzabile per avere la corrente continua richiesta per i relè.
     
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    Provo a dare qualche chiarimento, per quello che posso:

    1) L'alimentazione generale dei filamenti è brutalmente a 6,3 volt alternati, come visibile in basso al centro sullo schema, che è sicuramente molto confuso ma è purtroppo il migliore che è stato possibile reperire in rete. Si vede che una derivazione va direttamente "to pilot light". Il collegamento a massa viene effettuato tramite un potenziometro "Hum balance" di 100 Ohm. Non ho mai pensato di alimentare in continua i filamenti, all'epoca credo non venisse nemmeno considerata un'ipotesi del genere per un amplificatore per chitarra. E' per questo che mi sembrava oltremodo facile con un diodo, una resistenza, un condensatore ed uno zener alimentare in continua stabilizzata i fotoaccoppiatori - LED photoconductor Vactec Vactrol - che non definirei relais seppure la funzione è la medesima, proprio per evitare avvolgimenti extra con possibili interferenze elettromagnetiche e per una migliore affidabilità, almeno credo sia questo il motivo;

    2) Rileggendo il circuito nel punto in questione : un'uscita dedicata sul TA, una resistenza da 33 ohm 1/2 watt (che si era surriscaldata fino ad aprirsi in due interrompendo la negativa di griglia: adesso ho messo 10w), un diodo raddrizzatore 1A/800 v. ( adesso 3A 1000v.), un paio di condensatori ed a valle abbiamo -59v. che vanno ad un potenziometro che bilancia le due coppie di 6L6. Partendo da questi -59 tramite 2 resistenze in serie da 390 ohm 2 watt e stabilizzando con uno zener 6,2 v. 500mw si va al pedale che comanda i fotoaccoppiatori: il wattaggio richiesto per la caduta (da 59 a 6,2)mi pare sia 3,57 Watt e metterne 4 mi sembra eccessivamente risicato: ora ho messo 20 W, 5 volte di più (ribadisco che queste cose le ho capite dopo la spiegazione di Massimiliano "LoBo" Dall'Olio);

    3) Lo schema pare proprio questo, almeno nell'essenziale. Le 6L6 sono 4, semplificate sullo schema dove sono indicate le due coppie V8/V9 e V10/V11.
    Il bias si regola a coppie e non sulla valvola singola. E se le performance delle valvole erano diverse tra loro? Proponevano l'acquisto del quartetto FENDER matchato a prezzo carissimo per risolvere il problema a loro vantaggio, almeno così capisco, con criteri commerciali molto americani: si bilanciavano le coppie e via così;

    4) Varie versioni sicuro: già questo schema ne cita 4 e certamente ce ne saranno altre. Guardando questo si vede che ci sono due tipi di ingressi di alimentazione: uno solo a 110 ed un altro multitensione. Questo nostro invece ha solo la 220v.con presa SHUKO

    5) Aggiungo qualche altra foto, anche dei condensatori originali cotti e sbrodolati. Vi terrò informati dopo le prime prove sul campo, certamente uscirà qualche altro problema.

    Spero di non avere pasticciato troppo, saluti a tutti voi e grazie dell'interessamento

    1_Etichetta_modello_analogo2_frontale3_dallalto4_Condensatoti_cotti5_Il_box_dei_C_di_alimentazione6_dallalto7_Elenco_parti8_Schema_fotoaccoppiatore9_Vactrols
     
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    Bellissimi i vactrol sulle amplificazioni professionali erano molto utilizzati. :D
    (si tratta, nelle versioni più recenti, di un piccolo led rosso ed una fotoresistenza separati galvanicamente.cioè un fotoaccoppiatore analogico per circuiti audio)
    QUOTE (pippo2017et @ 9/23/2019, 10:21 PM) 
    Confermo quanto sopra detto: siccome l'avvolgimento è da 6.3V e l' hum balance con il potenziometrico e centrale a massa è come avere con la presa centrale, per cui è praticamente inutilizzabile per avere la corrente continua richiesta per i relè.

    beh ma ricavare una presa intermedia sull' avvolgimento negativo sarebbe stato semplicissimo piuttosto che porre due resistenze molto dissipative. il problema penso sia sempre lo stesso, cioè contenere i costi industriali con il minimo indispensabile di componenti. oppure riutilizzare i componenti standard che sono in magazzino. Se si voleva raddrizzare la 6.3 dei filamenti x i vactrol probabilmente (frà le altre cose) non si poteva collegare a massa il negrativo ma bisognava tenerlo isolato e questo non era compatibile con i jack da 6.3 dell' epoca. Oppure bisognava utilizzare un secondo avvolgimento. (nella speranza di non aver detto troppe stupidaggini ovviamente.)

    Edited by ZioEddi - 9/24/2019, 12:08 AM
     
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    Ricordo un amplificatore per basso con push-pull di EL34 della Steelphon, sul cui pannello frontale era presente un interruttore riportante la scritta "Self control", il quale collegava una lampadina ad un avvolgimento sul trasformatore di uscita, la quale illuminava più o meno una fotoresistenza per avere una sorta di compressore di dinamica. Natiralmente lampadina, tubetto di plastica, fotoresistenza, in modo ruspante...
     
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    Salve amici, il Fender Twin Reverb II ha ripreso il suo lavoro,
    forte e chiaro.
    Spero di riuscire ad allegare un Mp3 con la nuvoletta, ma mi pare non sia possibile.
    C'è un altro modo?
     
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