(363) Marelli ALCOR

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    Complimenti, io non avrei avuto tutta la tua pazienza e competenza!
     
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    Non so come ringraziarvi per i vostri apprezzamenti che ricevo con estremo piacere
    (anche l'etichetta è venuta bene) ma devo dire che è grazie al forum ed al vostro
    insostituibile aiuto se sono riuscito a muovere i primi passi in questo affascinante mondo.
    Grazie ancora e spero di poter piano piano migliorare ed apprendere sempre
    nuove cose.
    Un grazie particolare a Lorenzo per la bella spiegazione sulle varie alimentazioni.
    Dietro il suo suggerimento ho controllato il circuito ed i valori delle resistenze indicate
    nel suo schema.

    Uscita trasformatore ,senza valvola, 320+320 Vac
    Resistenza 25K Mancante
    resistenza 2 M 2,5M
    resistenza 0,1M 0,11M
    resistenza 28ohm 31ohm
    resistenza 1,5M 1,6M
    Resistenza 225ohm 202ohm
    resistenza 0,5M 0,56M
    Il resto del circuito sembra a posto
     
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  3. Lorenzo R.
     
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    Rinnovo ancora il mio compiacimento per un restauro (in questo caso il termine è appropriato) davvero "artistico" dell'intero circuito.
    Un lavoro così ben fatto che si può anche tollerare un funzionamento non perfetto.
    Solo un appunto: sono convinto che quella tela rossa non sia originale e al tuo posto la sostituirei con un'altra più pertinente.
    Se poi l'originalele fosse rimasta sotto di essa, come talvolta capita di trovare, forse varrebbe le pena di recuperarla anche se fosse un po' macchiata e danneggiata.

    Le resitenze che hai misurato sono pienamente entro le tolleranze previste.
    La resitenza da 25 kiloohm che manca, tuttavia, dovrebbe esistere, come abbiamo detto.
    Non escludo che aulche riparatore del passato l'avesse tolta non comprendendone la ragione che per altro abbiamo riconosciuto non essere evidente.
    Ricordo che sulla mia Alcor avevo provato a staccarla per curiosità e avevo notato un abbassamento del volume, non molto consistente ma percepibile.
    Rimontarla?
    Il problema è che una moderna "mattonella" stonerebbe terribilmente in quello spettacolo di componenti e fili d'epoca e non importa se solo all'apparenza.
    Infatti, servirebbe una resitenza da 5 W (ne dissiperebbe meno della metà ma solo abbondando con la potenza eviteremmo che si scaldasse troppo) e trovarla uguale o anche solo simile all'originale è un'impresa.
    Se vuoi, puoi provare cosa accade montando una resistenza da 27 kiloohm - 5 W (o anche, ad esempio, due da 47 kiloohm - 2,5 W in parallelo).
    Tuttavia, in una radio dove le tensioni sembrano un po' basse nonostante la raddrizzatrice sia efficiente, determinerebbe un ulteriore abbasssamento.
    A proposito, se anche con una 80 nuova le tensioni rimangono basse, mi chiedo il perché.
    Escluderei assorbimenti anomali nel circuito, visto che hai sostituito tutti i condensatori che sono praticamente i soli potenziali responsabili oltre ai corticircuitti accidentali nel montaggio.
    Mi permetto dunque di suggerirti due semplici verifiche (da ripetere nel caso le avessi già svolte prima), dopodiché si potrà anche ignorare il problema delle tensioni che paiono un po' basse:
    - controllare che i due rami dell'avvolgimento AT siano in ordine (non è raro che inizialmente siano entrambi integri e che uno s'interrompa in corso d'opera); meglio ancora, misurare la tensione alternata fra il centro e ciascuno dei due estremi;
    - controllare che gli elettrolitici di filtro nuovi non si scaldino, nel qual caso sarebbero in perdita e da sostituire ancora.
    Lo ripeto ancora una volta: mai fidarsi del tutto degli elettrolitici nuovi! Parlo per esperienza personale.
    Oltretutto, in una radio come questa (dove la raddrizzatrice è a riscaldamento diretto e la finale no), gli elettrolitici dovrebbero essere almeno da 450 V lavoro, nuovissimi e di ottima qualità per non rischiare che le sovratensioni all'accensione li danneggiassero a breve (o subito...).
    Altra regola per non far "morire" anzitempo il primo elttrolitico di filtro: le radio con altoparlante elttrodinamico collegato con una spina non si devono mai accendere se tale spina (nell'Alcor abbiamo in realtà una serie di spinotti separati sull'altoparlante stesso) non è collegata al telaio. In particolare, non devono essere scollegati i fili che vanno dal telaio alla bobina di campo.

    Infine, se un giorno ti sentirai "quasi pronto" per rifare la taratura della media frequenza e soprattutto della RF (la radio potrebbe guadagnar qualcosa in sensibilità e volume), interpella pure il forum.
    Per ora penso che tu possa goderti un riusltato già più che soddisfacente.
     
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    Purtroppo ho già fatto i controlli che mi suggerisci.
    Come ho scritto nel mio post precedente la tensione che esce dal trasformatore
    è di 320+320 V dopo più di 10 minuti di funzionamento. Specifico che si ho
    sostituito la raddrizzatrice ma non con una nuova ma reperita in soffitta tra
    altre valvole vecchie quindi non sono sicuro che sia esaurita.
    Non dovrebbe esserci una formula che mi da la cc raddrizzata da una valvola nuova?
    Potrei isolare l'anodica per escludere qualche perdita e vedere se la tensione
    ha delle variazioni. Dove dovrei scollegare?
    I condensatori non scaldano per nulla.
    Da notare che in altoparlante sento un continuo disturbo da 50 hz non so se possa essere un indizio
    di qualche guasto. I condensatori a mica non li ho sostituiti.
     
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  5. Lorenzo R.
     
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    Tonino, scusa se non ti ho risposto prima ma per qualche giorno ho avuto una coonessine a Internet parecchio "ballerina".
    In gran parte dei casi pratici secondi me è preferibile non ricorrere alle "classiche" formule per trovere la tensione c.c. fornita da una valvola raddrizzatrice: infatti, le cose si complicano un po' se ci occorre trovare il valore della tensione non a vuoto ma col normale assorbimento anondico, nettamente inferiore.
    Supposto di conoscere quale sia la corrente andica previsita, complicando un po' le cose e tenendo conto di altri fattori (cioè complicando parecchio la "formula" per la necessità di introdurvi altri dati) si potrebbe calcolare la tensione c.c. con discreta approssimazione ma non sarebbe conveniente.
    Meglio ricorrere ai grafici che si trovano sui "datasheet" delle valvole raddrizzatrici e che forniscono con un'approssimazione sufficiente la tensione c.c. sul primo elettrolitico, date soltanto una certa tensione c.a. alle placche e una certa corrente anodica.

    Ai capi dell' avvolgimento di campo dell'altoparlante (che funge da induttanza di filtro) si ha in media una caduta di 90V.
    Nell'Alcor forse anche qualcosa di più, sempre che vi sia la citata resistenza da 15 kiloohm.
    Nelle resistenze del partitore fra il centro AT e la massa (ramo negativo dell'alimentzione) cadranno almeno una quindicina di volt, visto il valore della polarizzazione di griglia richiesto per la finale 42.
    Diciamo dunque che sul secondo elettrlitico ci trovremo con circa 110 V in meno che sul primo.
    Notare che a questa stima un po' arbitraria (ma credo non lontana dal vero) siamo pervenuti "aggirando" la conoscenza del valore della corrente anodica, supposto che l'avvolgimento di campo sia di un tipo "standard" (ma sarebbe facile misurarne la resitenza per accertarlo) e che l'assorbimeto dell'apparecchio sia quello tipico per le valvole impiegate e per la tipologia complessiva del circuito.
    Misurando la rsistenza dell'avvolgimento di campo (chiaramente a radio spenta e staccando un capo della bobina) e poi, a radio accesa, la caduta di tensione ai suoi capi avremmo gli elementi per determinare il valore della corrente anodica applicando la legge di ohm.
    Meglio eseguire entrambe le misure dopo aver fatto funzionare la radio per una decina di minuti, visto che la resistenza della bobina aumenta con la temperatura.
    Più semplica misurare direttamnte la corrente anodica. Questione di "gusti personali": se non ci dispaice interrompere temporanemante un collegamanto per inserire l'amperometro...
    In ogni caso, è utile conoscere la corrente anodica totale per valutare se esistano dispersioni o assorbimenti eccessivi.

    Il ronzio?
    Dev'essere quasi inavvertibile e non fastidioso, altrimenti c'è qualcosa che non va.
    Se hai montato l'altoparlante con il trasformatore d'uscta "in basso", cioè rivolto verso il telaio, prova a rimontarlo invece orientandolo verso l'alto, cioè versola parte superiore del mobile.
    Il ronzio dimuirebbe moltissimo se la causa fosse stata l'accoppiamento magnetico col trasformatore d'alimentazione (caso tutt'altro che infrequente).

    Da controllare anche che i collegamenti fra altoparlante e telaio corrispondano esattamte allo schema e cosi anche la connessione gli elettrolitici fdi filtro, ma dovreti già averlo fatto.

    Ha fatto benissimo a non sostituire i condensatori a mica: salvo prova contraria, sono da considerarsi "sani" perché si conservano molto bene nel tempo. E senz'altro un'avaria d'un condensatore a mica non porterebbe ronzio di alternata.
     
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    Il ronzio è scomparso!!! Era proprio l'altoparlante troppo vicino ai circuiti.
    L'ho allontanato di pochi centimetri ed il ronzio è calato drasticamente.
    Grazie del suggerimento.
    Ecco i risultati delle misure richieste:

    Resistenza bobina di campo 1380 ohm

    Tensione al primo condensatore 280 V
    Tensione al secondo condensatore 200V
    I anodica calcolata 60 mA circa. Non è pochina?

    Misure effettuate dopo circa 10 minuti.

    Poi ho provato ad aggiungere la resistenza in parallelo al
    secondo elettrolitico e ho misurato circa 10 V di meno.
    Non ci sono stati cambiamenti apprezzabili.

    Per queste attività ho lasciato acceso l'apparecchio per parecchio tempo ed ho notato
    che la tensione anodica variava di circa 10 V arrivando anche a 210 V senza un apparente
    motivo per poi ritornare intorno ai 200 V; a 210 V la resa dell'apparecchio era decisamente
    migliore. Forse è qualche componente o valvola che non è più stabile.
     
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  7. Lorenzo R.
     
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    Tonino, voglip rispondere almeno a te sperando che non mi cada la connessione...
    Nella "trappola" dell'altoparlante montato con orientamento errato siamo caduti un po' tutti.
    Avevo visto dalle foto che l'avevi montato col TU verso il basso e in questo modo - esperienza personale sulla stessa radio - si ha induzione di ronzio dal trasformatore d'alimentazione al TU.
    La posizione e l'orientamente reciproco dei due trasformatori non è mai irrillevante: devono sempre essere lontani, oppure possono essere vicini ma montati mantendndo un angolo di 90° fra di loro, in modo che i campi magnetici risultino ortogonali e non si abbia induzione di ronzio.

    Le misure che hai rilevato mi paiono abbastanza normali.
    In particolare, la corrente anodica.
    Se la valvola finale - quella che di gran lunga assorbe più corrente anodica in ogni radio - fosse una 6V6 o altro tetrodo a fascio, effettivamente 60 mA sarebbero pochi (praticamente già quasi quelli che occorrono solo per la finale, fra corrente di placca e griglia schermo).
    La finale invece è un penstodo 42 che ha una corrente anodica molto più bassa.
    Nelle radio che montano una 42, oppure una 6F6 (che è una 42 con zoccolo octal) oppure una 2A5 (uguale alla 42, tranne per il filamento che si accende a 2.5 V), sprattutto se l'anodica non è di 250 V, è normale che la corrente anodica sia di 60 mA o poco più.

    La caduta di tensione sulla bobina di campo è corretta.

    Con la tensione anodica attuale, se le valvole son tutte efficienti e non vi sono guasti, la radio deve funzionar bene.

    Una variazione di 10 V su 200 V è del 5%, direi poco (strano che influssca sulle prestazioni della radio!)
    Potremmo anche attribuirla a fluttuazioni della tensione di rete, tutt'altro che improbabili.
    Per accertare se è così, basta misurare la tensione alternata di rete nello stesso momento in cui si misura l'anodica.
    Forse è meglio farlo per esser certi che non si stia andando a caccia di fantasmi.

    Se la radio ora funziona bene, ti direi di lasciarla così.

    Controlla solo che esista e sia ben collegato il condensatore di filtro rete, quello da 10 nF che sullo schema è segnato fra un capo della rete e il telaio.
    Se manca, devi aggiungerlo. Gioverà a ridurre i rumori di fondo e migliorerà la sensibilità apparente.
    Come già raccomandato più volte, dev'essere un tipo autorigenrante (self-healing) isolato ad almeno 1500 V c.c., oppure (e forse meglio) un condensatore di sicurezza tipo X2 o Y2 per 250 V c.a.
     
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    Grazie di tutto credo che seguirò il tuo consiglio e terminerò il restauro
    del mobile per poi rimontare il tutto; devo solo decidere per la tela se
    sostituirla o meno. A lavoro finito, se gradite, invierò delle foto.

    Ora una domanda fuori tema:
    Siccome non ho più nulla da restaurare cosa ne pensate degli acquisti
    di vecchi apparecchi in rete? Sono prezzi giustificabili?

    Inoltre vorrei dotarmi di un oscillatore modulato ma mi frulla in testa
    l'idea di costruirlo anche per fare esperienze ma senza spendere
    nulla (o quasi). Questa è la sfida.. aprirò una nuova discussione su
    elettronifattincasa

    Buona domenica.
     
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    Radiotron
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    Tonino, per il generatore ho visto la discussione, parleremo lì.
    Per l'acquisto delle radio, ti consiglio di provare su _subito.it_ nei tuoi dintorni.
    I prezzi sono più abbordabili e non rischierai di ritrovarti scale rotte a domicilio.
     
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    Buona giornata a tutti
    Riprendo questa discussione perchè adesso ho un oscillatore modulato ed ho
    provato ad allineare le MF.

    Erano completamente starate!!!!
    Ho collegato l'oscillatore con un condensatore da 100pF nei due punti indicati
    ed a massa. Poi ho collegato l'oscilloscopio con in serie un condensatore da 100000pF
    al primario del trasformatore d'uscita.
    Ho regolato agevolmente la 2° MF e la sensibilità è aumentata di molto tanto che quello
    che si sentiva con volume al massimo ora si sente a poco più della metà.
    Sono passato poi alla 1° MF ed anche quì c'è stato un ulteriore miglioramento ma solo con i
    nuclei completamente avvitati ed ancora non ho raggiunto il massimo.
    Ho letto che in questi casi c'è un problema di capacità interna alla MF; è giusto?
    Inoltre sempre in questo manuale ho letto che durante l'allineamento disogna commutare
    l'apparecchio su fono ma così facendo non c'è nessuna uscita di segnale invece in onde medie
    senza antenna ho ottenuto i risultati che ho esposto.



    Schema_Radiomarelli_Alcor_0
     
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  11. Lorenzo R.
     
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    Bene, in fondo speravo chre avresti provato a tarare le medie frequenze.
    Non insisto mai troppo sull'oportunità di eseguire una taratura perché molti provano un timore reverenziale derso quet'operazione e... da quest'orecchio proprio non ci sentono!
    Quando si deve avvitare completamente un nucleo per far aumentare il segnale ma non si "passa" mai attraverso un punto intermedio di massimo bene individuabile, può significare due cose: una e molto improbabile ed è che la bobina sia diminutia d'induttanza, cosa possibile solo se aualcuno si è dicvertito a tolgierle delle spire oppure se q
     
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    Arcturus
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    :o: Cosa è successo??
     
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    Radiotron
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    Penso che Lorenzo si sia addormentato, dalla frase si vede che ha cominciato a perdere colpi e poi si è spento.
    Del resto alle 3:18!
    Io a quell'ora riesco solo a respirare.
     
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  14. Lorenzo R.
     
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    Ehm... no, non mi ero addormentato e pensavo di non aver nemmeno inviato la risposta "monca".
    Semplicemente, mi si è bloccato il PC (...con Win10 accade e so quale soluzione proporrebbe Michele...) e non c'è stto verso di "risvegliarlo" con le buone mainere. Data l'ora, l'ho spento senza più riaccenderlo.
    Be', sintetizzando, nel seguito spiegavo che la causa assolutamente più probabile e frequente è la diminuzione di capacità (o l'apertura totale) del condensatore di accordo. Vsito comunque che i condensatori a mica sono piuttosto robusti e longevi, prima di sostituirlo anche in prova è meglio controllare che non se ne sia semplicemente scollegato un terminale per una saldatura difettosa.
    A volte sugli schemi non sono segnati i valori dei condensatori di accordo e dobbiamo procedere sperimentalemente per determinare la capacità necessaria. Questo stesso approccio è addirittura consigliabile più in generale, visto che le capacità segnate sugli schemi per questi condensatori sono quasi sempre indicative.
    Per risparmiar tempo ed evitarci di mettere e togliere lo schermo ad ogni nuova capacità provata, conviene asportare del tutto il vecchio condensatore, lasciar montato lo schermo e collegare i condensatori all'esterno, cioè sui terminali accssibili sotto al telaio.
    Determinato il valore di capacità che permette l'accordo della media frequenza con buoni margini, potremo montar dentro il condensatore "definitivo".
     
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