(363) Marelli ALCOR

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  1. Lorenzo R.
     
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    Tonino, scusa se non ti ho risposto prima ma per qualche giorno ho avuto una coonessine a Internet parecchio "ballerina".
    In gran parte dei casi pratici secondi me è preferibile non ricorrere alle "classiche" formule per trovere la tensione c.c. fornita da una valvola raddrizzatrice: infatti, le cose si complicano un po' se ci occorre trovare il valore della tensione non a vuoto ma col normale assorbimento anondico, nettamente inferiore.
    Supposto di conoscere quale sia la corrente andica previsita, complicando un po' le cose e tenendo conto di altri fattori (cioè complicando parecchio la "formula" per la necessità di introdurvi altri dati) si potrebbe calcolare la tensione c.c. con discreta approssimazione ma non sarebbe conveniente.
    Meglio ricorrere ai grafici che si trovano sui "datasheet" delle valvole raddrizzatrici e che forniscono con un'approssimazione sufficiente la tensione c.c. sul primo elettrolitico, date soltanto una certa tensione c.a. alle placche e una certa corrente anodica.

    Ai capi dell' avvolgimento di campo dell'altoparlante (che funge da induttanza di filtro) si ha in media una caduta di 90V.
    Nell'Alcor forse anche qualcosa di più, sempre che vi sia la citata resistenza da 15 kiloohm.
    Nelle resistenze del partitore fra il centro AT e la massa (ramo negativo dell'alimentzione) cadranno almeno una quindicina di volt, visto il valore della polarizzazione di griglia richiesto per la finale 42.
    Diciamo dunque che sul secondo elettrlitico ci trovremo con circa 110 V in meno che sul primo.
    Notare che a questa stima un po' arbitraria (ma credo non lontana dal vero) siamo pervenuti "aggirando" la conoscenza del valore della corrente anodica, supposto che l'avvolgimento di campo sia di un tipo "standard" (ma sarebbe facile misurarne la resitenza per accertarlo) e che l'assorbimeto dell'apparecchio sia quello tipico per le valvole impiegate e per la tipologia complessiva del circuito.
    Misurando la rsistenza dell'avvolgimento di campo (chiaramente a radio spenta e staccando un capo della bobina) e poi, a radio accesa, la caduta di tensione ai suoi capi avremmo gli elementi per determinare il valore della corrente anodica applicando la legge di ohm.
    Meglio eseguire entrambe le misure dopo aver fatto funzionare la radio per una decina di minuti, visto che la resistenza della bobina aumenta con la temperatura.
    Più semplica misurare direttamnte la corrente anodica. Questione di "gusti personali": se non ci dispaice interrompere temporanemante un collegamanto per inserire l'amperometro...
    In ogni caso, è utile conoscere la corrente anodica totale per valutare se esistano dispersioni o assorbimenti eccessivi.

    Il ronzio?
    Dev'essere quasi inavvertibile e non fastidioso, altrimenti c'è qualcosa che non va.
    Se hai montato l'altoparlante con il trasformatore d'uscta "in basso", cioè rivolto verso il telaio, prova a rimontarlo invece orientandolo verso l'alto, cioè versola parte superiore del mobile.
    Il ronzio dimuirebbe moltissimo se la causa fosse stata l'accoppiamento magnetico col trasformatore d'alimentazione (caso tutt'altro che infrequente).

    Da controllare anche che i collegamenti fra altoparlante e telaio corrispondano esattamte allo schema e cosi anche la connessione gli elettrolitici fdi filtro, ma dovreti già averlo fatto.

    Ha fatto benissimo a non sostituire i condensatori a mica: salvo prova contraria, sono da considerarsi "sani" perché si conservano molto bene nel tempo. E senz'altro un'avaria d'un condensatore a mica non porterebbe ronzio di alternata.
     
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84 replies since 4/2/2017, 10:56   2821 views
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